II edizione / 2016 / Giuliana Rocchi

Cantiere poetico per Santarcangelo

seconda edizione
10 – 18 settembre 2016 

dedicato a Giuliana Rocchi

Cantiere Poetico 2016

La seconda edizione è stata dedicata a Giuliana Rocchi (a vent’anni dalla sua scomparsa) e quindi, naturalmente, alla poesia popolare; un interrogativo, senza certezza alcuna: si può ancora parlare _ produrre per la scena contemporanea _ di poesia e, più in generale, di cultura popolare?

Questo interrogativo coinvolge ancora di più, rispetto allo scorso anno, le intelligenze diffuse che diedero vita e spessore culturale a “E’ circal de giudéizi”: Flavio Nicolini, Tonino Guerra, Raffaello Baldini, Rina Macrelli, Nino Pedretti, Giuliana Rocchi, Gianni Fucci.

In particolare, Giuliana Rocchi rappresenta per noi una lente d’ingrandimento per leggere, di nuovo e con nuovi occhi, l’impegno e la passione di una donna che ha vissuto una vita di sacrificio e di lotta; di una poetessa che ha scritto poesie semplici e straordinarie, sul proprio corpo.

Da Lettere per un’antologia di poeti in dialetto romagnolo
in «Il lettore di provincia», Santarcangelo 9 settembre 1988
a cura di Flavio Nicolini

Giuliana continua a parlare senza mediazioni come si parlava e si pensava in dialetto prima della crisi lirica. Il suo linguaggio è psichicamente nel passato, del quale sono andate perdute delle cose, con dolore. La Rocchi racconta in purezza dialettale la sua vita; e pensa, grida, piange, ride dall’interno di un dialetto che non ha il minimo sospetto essere anche letteratura (scrittura), senza scarti di ansia poetica. Esprime una femminilità operosa, malinconica, offesa, continuando a vivere il proprio côté sociale e non quello del poeta letterato.
Lei non sa che il dialetto sta morendo fra le labbra e la macchina per scrivere di alcuni nostri poeti colti, i quali cercano di tenerlo in vita. Per Giuliana la lingua della madre e del padre non morirà mai. Non viene dalle tombe. È tutt’ora vivissima. Fa poesia, oserei dire, senza saperlo.
Lei è nel «cuore» della cosa, per conto suo. In un certo senso è personaggio di un dramma che vorrebbe scongiurare: è il documento vivente di com’erano l’anima e la società prima.
Con Fucci condivide la conoscenza dei vocaboli perduti. Ma non li usa, non li succhia come fossero caramelle della nonna conservate in uno stipetto segreto. Lei si serve con molta naturalezza di calchi, termini arrivati adesso dall’italiano, e anche se di tanto in tanto cigola, anche lei come una «furistira» parla un dialetto da superstite, piena di dignità.

Prefazione a La Madòna di Garzéun: poesie romagnole 

Dopo cinque anni torno a voi per proporvi altri episodi della mia vita, cose che non sono riuscita mai a cancellare dalla mente.
Perché scrivo magari di notte? per liberarmi dalla rabbia che ho dovuto reprimere, soffocare fin da piccola, per farvi conoscere le ingiustizie subite insieme alla gente come me, gente della mia generazione che ha dovuto, umiliata, chinare il capo di fronte al volere dei padroni, di dover dire sempre sissignore, di essermi sempre sentita una schiava.
Le cose che ti dico fanno parte della mia vita di quella della mia famiglia, dei miei parenti, degli amici, non sono campate in aria né frutto della mia fantasia.
Perché la gente mi vuole bene? perché voglio bene a tutti, perché i bambini mi scrivono e mi mandano le loro poesie? perché forse i miei racconti commuovono pure loro, perché la gente viene a trovarmi? perché la mia porta è sempre aperta a tutti, tanto che mio padre, casa nostra, la chiamava la stazione.
A questo punto vi convincerete che è giusto che mi dia fastidio (la sera quando torno a casa) trovare la porta con su scritto <<Alla poetessa>>. Non è falsa modestia la mia, io sono solo la Giuliana di sempre e tale voglio essere fino alla fine.
Non è la poetessa che gira tutto il giorno in mezzo al ferro vecchio, che accudisce a quattro uomini, che parla con la Chiara, la mia cagnetta, con le galline i gatti pure con la tartaruga della vicina, quando le tiro l’insalata attraverso la rete, ma una povera diavola stanca, malridotta, piena di acciacchi che avrebbe tanto bisogno di godersi in pace le trecentoottantamilalire di pensione frutto di cinquant’anni e passa di lavoro.

Giuliana Rocchi

 

Cantiere poetico per Santarcangelo
progetto promosso e sostenuto da

Comune di Santarcangelo di Romagna
Fo.Cu.S. – Fondazione Culture Santarcangelo

con la collaborazione di

Associazione culturale l’arboreto di Mondaino
Associazione culturale Interno4
Associazione Santarcangelo dei Teatri
Istituto Musei Comunali Santarcangelo
Pro Loco di Santarcangelo
Città Viva
Circolo Cinematografico Dogville
Associazione culturale Tonino Guerra
Maggioli Editore

a cura di Fabio Biondi, Stefano Bisulli

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